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COL CUORE IN ITALIA

Musica

Laura Pausini...MI LIBRE CANCION

ANTONELLA RUGGIERO.... UNA VOCE INCANTEVOLE, UNICA

ANTONELLA RUGGIERO.... UNA VOCE INCANTEVOLE, UNICA

Antonella Ruggiero è la voce indimenticabile che ha fondato e reso famosi i Matia Bazar in Italia e nel mondo. Con questo gruppo ha incantato per cinque volte Sanremo (vincendo l'edizione del 1978 con “E dirsi ciao”) e condiviso una lunga carriera artistica iniziata nei primi `70. Nell’ottobre del 1989 decide di abbandonare il gruppo, per soddisfare l'esigenza di riqualificare la propria vita privata e artistica. Per diversi anni si allontana dalle scene, per dedicarsi al figlio, ai viaggi e a nuove sperimentazioni musicali.

È durante questi lunghi viaggi che scopre la passione per nuovi modi di interpretare la musica: in India, si imbatte in sonorità e atmosfere che la affascinano e ispirano e la spingono a ritornare a cantare per regalare nuove emozioni al suo pubblico. Con Libera, il suo primo album da solista nel gennaio 1996, Antonella Ruggiero si presenta al pubblico innovata, ricca di interazioni e nuove esperienze musicali. Il disco è un straordinario connubio tra ritmiche occidentali e suoni dell'antico Oriente.

L'interesse per i nuovi orizzonti sonori proposti dalle giovani band italiane spinge Antonella e il suo produttore Roberto Colombo a realizzare Registrazioni Moderne, un disco dove le canzoni dei Matia Bazar sono riproposte in un diverso contesto musicale. Esce nell'ottobre 1997, anticipato dal singolo Per un'ora d'amore (con la partecipazione dei Subsonica), che esemplifica alla perfezione la riuscita unione tra i mondi di due generazioni di musicisti. Il 1998 è l'anno di Amore lontanissimo, con cui ottiene l'ovazione della critica e il secondo posto al Festival di Sanremo.

Nel 1999 Antonella torna a Sanremo con un nuovo brano, “Non ti dimentico”, che apre le porte al successivo lavoro da solista, Sospesa, con due partecipazioni illustri: il maestro Ennio Morricone che firma And will you love me e Giovanni Lindo Ferretti che scrive, insieme ad Antonella e Roberto Colombo, Di perle e inverni.

Alla fine del 2000, un incredibile tour di musiche sacre: dodici date in luoghi affascinanti e suggestivi, chiese e teatri antichi. Questa esperienza sarà fissata, nel novembre 2001, in Luna Crescente [Sacrarmonia]. Con la pubblicazione di questo quarto lavoro da solista Antonella riprende il tour, accompagnata dal quartetto d’archi Arkè Quartet e da Ivan Ciccarelli alle percussioni. Ad oggi l’ha portata in oltre 100 località italiane dove ha riscosso successi di pubblico e critica.

               

Dopo un'esperienza tutta americana, dove ha riproposto in chiave "classica" i temi più importanti dei musical di Broadway, nell'ottobre 2002, Antonella Ruggiero è protagonista, al Teatro La Fenice di Venezia, di Medea, opera video in tre parti con musica di Adriano Guarnieri, uno dei più significativi compositori contemporanei viventi.
Sanremo 2003 vede Antonella Ruggiero tornare al mondo pop, con una canzone magistrale, Di un amore, parte dell’album Antonella Ruggiero, un viaggio affascinante nelle sonorità musicali degli anni '60 e '70. Le 12 canzoni originali attraversano uno spettro sonoro incredibilmente vario, dalle atmosfere di Studio 1 al progressive delle Orme, da Love Boat al maestro Canfora, senza ansia di citazione, ma con la voglia di ricreare un piccolo mondo antico, rivitalizzato dalla superba forza interpretativa e straordinaria capacità vocale di Antonella Ruggiero.

Nel 2004 esce un cd/dvd dal titolo “SACRARMONIA” con sacri dell’area cristiana e brani etnici di varie parti del mondo.

                    

Nel 2005 Antonella partecipa al Festival di Sanremo con il brano “ECHI D’INFINITO”, di Mario Venuti e Kaballà, ottenendo il primo posto nella categoria “donne”. Segue l’uscita del nuovo cd “BIG BAND!”, contenente brani del latino america degli anni ’30 e canzoni dei cantautori degli anni ’60, come Tenco, Bindi e Fidenco.

               
 

MILVA... The Show Musto Go On

MILVA...  The Show Musto Go On 1939 – 17 luglio. Milva nasce a Goro (Ferrara).

1959 – Partecipa ad un concorso per voci nuove indetto dalla RAI, classificandosi prima su 7600 concorrenti.  

1961 – Partecipa al Festival di Sanremo con “Il mare nel cassetto”, classificandosi terza. Esplode così il “fenomeno Milva”. 

1962 – Segnalata dalla critica discografica come “cantante dell’anno”. Partecipa al film “La bellezza d’Ippolita” con Gina Lollobrigida ed Enrico Maria Salerno. 

1963 – Comincia ad affrontare un repertorio di spiritual, gospels e canzoni di protesta. 

1965 – Primo incontro col Piccolo Teatro di Milano: incide “Canti della libertà”. Paolo Grassi l’invita a cantare i brani del disco in occasione del 20° anniversario della Liberazione e inizia la sua collaborazione con Giorgio Strehler. Protagonista di un recital diretta da Macello: “Ma cos’è questa crisi?” al Piccolo Teatro di Milano e successivamente tournée in Italia. Primo spettacolo brechtiano “Poesie e canzoni di Bertolt Brecht”, diretta da Giorgio Strehler. 

1967 – Al Piccolo Teatro debutto di “Io, Bertolt Brecht” con Milva e Giorgio Strehler, regista e attore. 

1968 – Esordio nel teatro di prosa ne “ Il Ruzante” di Gianfranco de Bosio con tournée nell’Europa del nord. A Roma per la regia di Strehler interpreta con il gruppo “Teatro e Azione”, “La cantata di un mostro Lusitano” di Peter Weiss.

1969 – Riceve la “Maschera d’Argento” per la commedia “Angeli in Bandiera” di Garinei e Giovannini, con Gino Bramieri, che supera le 500 repliche in tutta Italia.  

1972 – Torna al cinema accanto a Silvana Mangano e Luc Merenda in “D’amore si muore”, film di Patroni Griffi. A Venezia vince la “Gondola d’Oro” per le vendite ottenute con il disco “La filanda”. 

1973 – Col suo recital brechtiano è al Festival di Edimburgo dove è paragonata alla Callas. E’ dello stesso anno il memorabile allestimento di Strehler dell’“Opera da tre soldi” in cui Milva sarà un’indimenticabile Jenny delle Spelonche, accanto a Domenico Modugno. Segue tournée di tre anni sempre con “L’Opera da tre soldi”. 

1975 – Strehler la affianca a Tino Carraro per “Io, Bertolt Brecht N°2” e trionfa alle Berliner Festwochen, poi al Théatre de la Monnaie di Bruxelles. Alla Piccola Scala di Milano interpreta “Diario dell’assassinata” di Gino Negri. “Premio Italia” per la stessa operina. 

1976 – Premio discografico della critica tedesca per “Milva canta Brecht” diretta da Giorgio Strehler. 

1978 – Incide un album di canzoni di Mikis Theodorakis e in Germania le viene assegnato il disco di platino per il record assoluto di vendite dello stesso album. 

1979 – Partecipa al Festival di Berlino con il nuovo spettacolo “Canzoni tra le due guerre” (regia di Filippo Crivelli), con il quale compie una lunga tournée in Italia e in Europa. 

1980 – Secondo disco d’oro in Germania per LP “Was ich denke”. Incide “La Rossa” con canzoni scritte da Enzo Jannacci. 

1981 – Protagonista alla Deutsche Oper di Berlino, con “Die sieben Todsünden der Kleinbürger” (“I sette Peccati Capitali”) di Brecht / Weill, che porterà al Regio di Torino, all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, al Comunale di Firenze, all’Opera Comique di Parigi e nei più importanti teatri d’Europa. Per la RAI conduce il varietà del sabato sera “Al Paradise”, premiato l’anno seguente con la “Rosa d’Oro di Montreux”. Terzo disco d’oro in Germania per LP “Ich hab keine Angst” con musiche di Vangelis. 

1982 – Prima collaborazione con Franco Battiato che scrive per lei le canzoni dell’album “Milva e dintorni” tra le quali vi è la celebre “Alexanderplatz”. Milva torna accanto a Strehler nel loro collaudato recital brechtiano al Théatre Odéon di Parigi. Luciano Berio le affida un ruolo di primo piano nella sua opera “La Vera Storia” su libretto di Italo Calvino, che dopo essere stata rappresentata alla Scala di Milano è rappresentata anche all’Opera di Parigi, al Maggio Musicale Fiorentino, all’Opera di Amsterdam, all’Accademia di Santa Cecilia a Roma e successivamente alla Royal Festival Hall a Londra. 

1983 – Canta all’Olympia di Parigi, dove aveva già esordito nel 1962. E’ co-protagonista con Nicole Garcia e Heinz Bennet nel film “Via degli Specchi” di Giovanna Gagliardo, e partecipa al Festival del Cinema di Berlino. 

1984 – Porta a Los Angeles il suo recital brechtiano insieme alla compagnia del Piccolo Teatro di Milano, in occasione delle Olimpiadi. Al Teatro Les Bouffes du Nord di Parigi è Peter Brook la chiama per lo spettacolo “El Tango”, per la regia di Filippo Crivelli, insieme al bandoneonista argentino Astor Piazzola, poi rappresentato in tutto il mondo. 

1985 – Esce l’album “Milva e Astor Piazzola live at the Bouffes du Nord”. Con Juliette Binoche, Michel Piccoli e Michel Serrault gira il film di Jacques Rouffio “Mon beau frère a tué ma soeur”.

      

1986 – Porta sulle scene di Londra, all’ Almeida Theatre, il suo recital brechtiano. E’ invitata a Mosca come “rappresentante della cultura italiana”. Riprende il ruolo di Jenny nella nuova messinscena di Giorgio Strehler nell’“Opera de Quatt’ Sous” al Théatre Châtelet di Parigi, dove per sei mesi registra il “tutto esaurito”. 

1987 – Il Teatro Queen Elisabeth Hall di Londra la invita per “I sette Peccati Capitali”. E’ ospite insieme a molti artisti tedeschi allo spettacolo celebrativo per l’anniversario della fondazione di Berlino. 

1988 – Membro della giuria al Festival Internazionale del Film di Locarno. Partecipa al film di Kristoff Zanussi “Wherever you are”. A Parigi gira “Pisonnières”, con Annie Girardot, Marie-Christine Barrault e Bernadette Lafonte, per la regia di Charlotte Silvera. In autunno torna alla Scala di Milano, con Luciana Savignano, nel dramma coreografico di Roland Petit “L’Angelo Azzurro”, dal romanzo di Heinrich Mann, con musiche di Marius Constant. 

1989 – Riprende con Astor Piazzolla “El Tango” che porta in vari festival europei. E’ al Teatro Casinò di Parigi con le “Canzoni tra le due guerre”. Incide (con Ute Lemper, René Kollo e Mario Adorf) “Die Dreigroschenoper” per la Decca International. Esce un secondo album con canzoni scritte da Franco Battiato, “Svegliando l’amante che dorme” (inciso anche in lingua spagnola), e successivamente compie una tournée in tutta Italia registrando ovunque enorme successo di pubblico e di critica. Con “I sette Peccati Capitali” di Brecht apre la stagione sinfonica alla Scala di Milano. 

1990 – Riceve il “Premio Tenco”. 

1991 – Dopo essersi esibita a New York e in Giappone, torna in Italia con “Lulu” di Frank Wedekind, con la regia di Mario Missiroli. 

1992 – In Italia riprende le “Canzoni tra le due guerre”, che porterà anche in tounée in Giappone. A Vienna canta alla Volksoper nel varietà “Servus Du” con musiche di Robert Stolz.

1993 – E’ al Teatro Bellini di Catania nel ruolo del Principe Orlovsky ne “il Pipistrello” di Johann Strauss Junior, con la direzione di Peter Maag. Partecipa al Festival di Sanremo con “Uomini addosso” (di Facchinetti / Negrini). Per il Parioli di Roma nasce il recital “Milva e le sue tre B” (Brecht, Berio e Battiato). Tour in Italia con lo spettacolo teatrale “La storia di Zaza”, di Giancarlo Sepe, ispirato alla commedia di Berton e Simon. 

1994 – Al Royal Festival Hall di Londra è protagonista in “La vera Storia” di Berio (su libretto di Italo Calvino). Tredicesima tournée in Giappone con un recital dedicato a Edith Piaf. 

1995 – Concerti in Svizzera con “Milva canta Brecht”. Disco d’oro per il CD uscito in Grecia, “Volpe d’amore”, con le musiche di Thanos Mikroutsikos, grande musicista e all’epoca Ministro della Cultura in Grecia. Concerti al Teatro Megaron di Atene con la partecipazione di Thanos Mikroutsikos.

Per il mercato giapponese incide un disco con il cantautore Shinji Tanimura (“Give me your light”). Partecipa al film “Celluloide” di Carlo Lizzani, e come unica attrice professionista partecipa ad un documentario sulla vita di Carlo Gesualdo da Venosa, di Werner Herzog. Il film vincerà nel 1996 il “Premio Italia” e il primo premio dei film audiovisivi in Olanda. Alla Suntory Hall di Tokyo, nell’ambito del Summer Festival dedicato a Luciano Berio con l’orchestra sinfonica di Tokyo, è protagonista  in “La vera storia” di Berio e Italo Calvino. Successivamente è al Festival Hall di Osaka con lo spettacolo “Milva canta Brecht”. Al Piccolo Teatro nasce con un trionfo il nuovo recital “Non sempre splende la luna – Milva canta un nuovo Brecht”, per la regia di Giorgio Strehler.

Nell’ambito delle cerimonie ufficiali per la consegna del Premio Nobel della Pace a Oslo, Milva canta diretta da Vladimir Ashkenazy “L’Alleluia” nella “Messa per la Pace” di Sergio Rendine. 

1996 – Tournée in Italia con lo spettacolo teatrale di “Tosca, ovvero prima dell’alba” di Terence Rattigan. Riprende al Piccolo Teatro di Milano “Milva canta un nuovo Brecht”(regia di Giorgio Strehler), che porterà poi al Festival Teatrale Europeo a Cracovia (Polonia) dove il recital sarà giudicato come il migliore del festival, e poi a Liegi (Belgio). Spettacolari concerti al Herod Atticus Teatro di Atene con più di 9.000 spettatori. Quattordicesima tournée in Giappone col repertorio dei tre autori greci (Vangelis, Theodorakis e Mikrousikos) e del giapponese Shinji Tanimura. Per “Eventi musicali del XX secolo, il Bauhaus e la musica” concerti con “Die sieben Todsünden” al teatro Fraschini di Pavia e al Piccolo Teatro di Milano, con l’orchestra sinfonica dei Pomeriggi Musicali diretti da Marcello Panni. Esce il nuovo CD del violinista Gidon Kremer con le musiche di Piazzola, dove Milva interpreta due canzoni. 

1997 – Tour trionfale in Italia per quattro mesi con “Non sempre splende la luna – Milva canta un nuovo Brecht” (regia Giorgio Strehler). Concerti anche a Barcellona e al Festival del Teatro a Zurigo e successivamente anche al “Primer Festival Internacional de Danza Y Teatro” a Buenos Aires, ai Festival di Salonicco e Sarajevo. Ritorna in Polonia (Cracovia, Chorzov e al festival di Lancut) con “Canzoni tra le due guerre”. Per la Polydor Germania incide il disco “Mia bella Napoli” con antiche canzoni napoletane. Sempre con il Piccolo Teatro di Milano intraprende un tour in Italia, “Milva, El tango de Astor Piazzolla”, con il quintetto argentino di Daniel Binelli (regia Filippo Crivelli). Concerto anche a Buenos Aires. 

1998 – Con l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da David Searcy, tour in Germania e Italia con i tanghi di Piazzolla. Ripresa di “Milva canta un nuovo Brecht” in Italia, Montevideo, Istanbul e il Cairo, e ripresa di “Milva, El tango de Astor Piazzolla” con tour in Giappone, poi in Grecia, Italia e in autunno per due settimane al Teatro Espace Cardin a Parigi, dove le viene anche assegnato “L’Ordre d’Officier des Arts et des Lettres”. Accompagnata dall’orchestra sinfonica della Magna Grecia, Milva partecipa al Festival della Magna Grecia a Taranto, esibendosi poi in altri festival musicali in Puglia. In novembre Milva ritorna a Tokyo, dove si esibisce ne “I sette peccati capitali” in forma di balletto con orchestra sinfonica. In dicembre ripresa in Italia di “Milva canta un nuovo Brecht”. 

1999 – Tournee in Germania, accompagnata dai violinisti dell’ Orchestra della Magna Grecia. Con la stessa orchestra, concerti in Italia con “I sette peccati capitali”. Con l’Orchestra di Padova e del Veneto e con il “Tango Seis” diretta da David Searcy, “Milva, el tango de Astor Piazzola”. A Palermo, nella sede estiva del Teatro Massimo, il Teatro di Verdura, Milva è protagonista dell’opera di Piazzolla “Maria de Buenos Aires” (regia Filippo Crivelli, coreografia Carlos Rivarola). Vari concerti con “Tango Seis” e il repertorio di Piazzolla in Europa. Accompagnata da Thanos Mikroutsikos e i suoi musicisti, concerti a Thessaloniki. Per la BMG Ariola in Germania incide un nuovo CD “Stark sein”, con cui arriva nelle charts delle radio. Con il “Tango Seis” e l’orchestra della Magna Grecia concerto con le musiche di Piazzolla a Taranto. Con l’Orchestra Haydn di Bolzano e il “Tango Seis” e i tanghi di Astor Piazzolla, tournée in Italia e Austria. 

2000 – Con l’Orchestra di Padova e del Veneto, tour in Germania con i tanghi di Astor Piazzolla. Per il centenario della nascita e i cinquant’anni dalla morte di Kurt Weill, Milva è invitata a cantare “I sette peccati capitali” in varie città, tra cui Dessau, città natale di Kurt Weill, dove si svolge il festival dedicato allo stesso; successivamente è all’Opera di Nizza, a Chemnitz e a Varsavia. Concerti con l’Orchestra Milano Classica (i Lied di Bach) e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese (al Santuario di Pompei). Diciassettesimo tour in Giappone. Vari concerti in Europa (Marocco, Tel Aviv), in Sud America con l’Orchestra di Padova e del Veneto (“Milva, El tango de Astor Piazzolla”). 

2001 – Al nuovo Teatro Comunale di Bolzano Milva ottiene un grande successo di pubblico e di critica con il ruolo di Maria nell’operita “Maria de Buenos Aires” di Astor Piazzolla / Horacio Ferrer (regia Emmanuel Bohn). Per la Else Lasker-Schüler Gesellschaft si esibisce a Gerusalemme con le poesie di Else Lasker-Schüler e le canzoni di Brecht.  Ripresa dello spettacolo “Milva canta Brecht” in Polonia e varie città tedesche e italiane. A Mannheim le viene assegnato il premio “Rainbow Award” come “migliore voce femminile del 2000”. Con l’orchestra Haydn di Bolzano Milva incide il CD “La chanson française” con canzoni d’autore in lingua francese;  concerti con lo stesso repertorio. Partecipa ad un film per la UFA “Liebesau” (regia Wolfgang Panzer, libro di Peter Steinbach (“Heimat” – “Patria”; “Herbstmilch). In Germania esce un nuovo CD, “Artisti”. In novembre Milva è l’interprete principale, nel ruolo di Capitan Uncino accanto a Davide Riondino (Peter Pan), della nuova opera “Peter Uncino” con le musiche di Marco Tutino e il testo di Michele Serra, al Teatro Filarmonico per l’Arena di Verona e al Teatro Gustavo Modena a Genova. La regia è di Giorgio Gallione.

2002 - Tournee “Gestern und heute” in Germania con l’orchestra sinfonica di Padova e del Veneto. Tournée della “tango-operita” “Maria de Buenos Aires” di Astor Piazzolla e Horacio Ferrer in Germania, e successivamente tournée in Giappone, sempre con “Maria de Buenos Aires”, regia di Ida Kuniaki. Vari concerti in Italia e tour in Austria con “Milva et la chanson française”, presentata tra l’altro anche al Musikverein di Vienna.  In autunno Milva è impegnata per due mesi all’Opera di Amburgo con “La Vera Storia” di Luciano Berio (musica) e Italo Calvino (testo). In dicembre ripresa di “Capitan Uncino”.

2003 - Tournee con “Capitan Uncino” in Italia, e sempre in Italia una nuova messinscena di “Maria de Buenos Aires” di Piazzolla/Ferrer, con la regia di Roberto Innocente. Numerosi concerti in Italia e all’estero soprattutto con “La chanson francaise” e il repertorio piazzolliano.

2004 – Tournée in Israele con la “Kibbutz Symphony Orchestra” e la “Chanson française”. Dopo 11 anni di assenza dal mercato discografico italiano esce l’album “Milva canta Merini” (con poesie di Alda Merini musicate da Giovanni Nuti). Ad Atende al Teatro Herode Atticus Milva partecipa nell’opera “Kallipateira” (e concerto per la pace) scritta da Tonios Pashalis.

2005 – Lunga tournée di 22 concerti in Germania, dove presenta “Milva canta Merini”, con grande trionfo di pubblico e di critica. In Spagna ritorna dopo quasi 40 anni, esibendosi tra l’altro al Palau de la Musica di Barcellona.

Esce sul mercato tedesco il DVD “Artisti”.

Nel mese di ottobre è invitata dal Comune di Milano per esibirsi alla Rainbow Room del Rockefeller Plaza per i festeggiamenti del Columbus Day a New York.

Per il cinquantesimo anniversario della morte di Bertolt Brecht, Milva ritorna al Piccolo Teatro Strehler dove si esibisce per una settimana con il tutto esaurito con un nuovo recital brechtiano “Milva canta Brecht”, (regia Cristina Pezzoli).

2006 – Alla conclusione di una serie di rappresentazioni “Milva canta Brecht” al Teatro Strehler, il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Horst Köhler, conferisce a Milva l’Onorificienza di Ufficiale dell’Ordine al Merito di Prima Classe della Repubblica Federale di Germania. Tournee in Giappone, insieme al tenore John Ken Nuzzo, e tournee in Italia e Spagna con “Milva canta Brecht”.

2007 – Milva sarà co-protagonista nel melodramma “La variante di Lüneburg” tratto dal libro di Paolo Maurensig, con prima assoluta al Teatro Verdi di Gorizia. Riprenderà la tournee organizzata dal Piccolo Teatro con “Milva canta Brecht”, che interromperà per partecipare per la 15esima volta al Festival di Sanremo, con “The show must go on” (musica e testo di Giorgio Faletti). Contemporaneamente uscirà il suo nuovo cd con  musiche e testi di Faletti.

Il 5 marzo prossimo riprenderà “Milva canta Brecht” al Teatro Quirino di Roma, dove sarà in cartellone per 2 settimane.

NOI CON VOI ... DAL VIVO 40 ANNI DEI POOH

NOI CON VOI ... DAL VIVO 40 ANNI DEI POOH

Noi con voi è un album dal vivo del complesso italiano Pooh uscito nel 2006. Esso comprende un Cd audio ripreso in tournée ed un Dvd che propone i filmati del concerto di Padova, tenuto nella suggestiva scenografia di una delle più grandi piazze d’Italia: si tratta del Prato della Valle, dove il complesso ha suonato il 22 settembre 2006 davanti a centomila persone. L’esibizione live ha concluso il tour de La grande festa, ossia la tournée che promuoveva l’antologia del quarantennale del complesso. Dopo Palasport e Goodbye negli anni ottanta e Buonanotte ai suonatori negli anni novanta, si tratta del quarto album in concerto dei Pooh.

Il titolo dell'album è tratto dal ritornello del pezzo Cuore azzurro, inno della nazionale di calcio del 2006 (questo pezzo viene proposto nel Dvd). Accanto agli immancabili cavalli di battaglia del gruppo, come Pensiero o Noi due nel mondo e nell’anima, vengono scelti altri pezzi, recenti e non, che sicuramente meritavano di essere ripubblicati, come ad esempio Se nasco un’altra volta oppure Io sono vivo. Singolare inoltre la scelta di Rotolando respirando come brano di apertura del concerto, il che riguarda sia il Cd che il Dvd: questo brano festeggia i trent'anni, dato che già dai tempi della tournée di Poohlover (1976) ha accompagnato abbastanza spesso i concerti del complesso.

Se nei precedenti album dal vivo c’era una divisione abbastanza chiara tra i pezzi dal vivo eseguiti per intero ed i medley, i concerti del tour di questo Cd presentano una soluzione di compromesso. Non ci sono infatti delle vere e proprie sequenze mixate di brevi frammenti; piuttosto si preferisce proporre dei frammenti abbastanza lunghi (circa la metà della canzone), che vengono poi conclusi da un finale e da una breve pausa, per passare poi alla canzone successiva. I brani eseguiti per intero sono molto pochi.

                               I Pooh cantano l'inno dell'Italia ai mondiali di calcio di Germania 2006

Una mezza dozzina di pezzi (come appunto Rotolando respirando oppure Stare senza di te) viene proposta sia nel supporto audio che in quello video. Dopo la fine del concerto con il ritornello di Goodbye e le note di Ancora tra un anno, il Cd si conclude con due tracce inedite realizzate in studio: L'amore costa e Il cielo non finisce mai. Quest’ultima viene cantata da Red Canzian secondo la nuova consuetudine dei Pooh per i brani guida degli album.

CLAUDIO BAGLIONI...QUEI FAVOLOSI ANNI ´60

CLAUDIO BAGLIONI...QUEI FAVOLOSI ANNI ´60

Claudio Baglioni canta i suoi anni ’60. Trenta cover che ripercorrono un decennio di storia musicale italiana. Da Luigi Tenco a Gino Paoli, da Mina a Caterina Caselli, e Giorgio Gaber, De André, Battisti. Un viaggio sentimentale negli anni di Carosello, del Disco per l’estate, dei jukebox! Un periodo tra i più floridi per la nostra discografia

                                        Con questo album si conclude la trilogia iniziata con Tutti qui (collezione di tutti i singoli) e proseguita con Gli altri. Tutti qui (collezione dei brani più amati dall’autore e dai fans).
Quelli degli altri sono i successi che più hanno emozionato il musicista e che hanno spopolato negli anni Sessanta, decennio indimenticabile per la musica leggera italiana. L’album è stato registrato in poco più di due mesi.
"Sono - ha detto Baglioni – le canzoni che ascoltavo e amavo prima di cominciare a fare musica e anzi credo di aver iniziato a scrivere canzoni solo quando ho cominciato a superare l’invidia per questi autori e questi brani straordinari ".

Tra i trenta brani, distribuiti in due cd, troviamo sia classici di mostri sacri del nostro panorama musicale sia hit di una stagione. La scuola di Genova viene omaggiata con ben dieci brani: Che cosa c’è e Senza fine di Gino Paoli; Arrivederci, Il mio mondo e Il nostro concerto di Umberto Bindi; Un giorno dopo l’altro, Vedrai vedrai, e Lontano Lontano di Luigi Tenco; Amore che vieni, amore che vai e Canzone dell’amore perduto di Fabrizio De André.
Anche la scena cantautorale milanese trova spazio: Non arrossire e Le strade di notte di Giorgio Gaber; Vengo anch’io no tu no di Enzo Jannacci. 
Tre sono le interpreti femminili con i loro successi: L’ultima occasione (cover di Once there was a time di Tom Jones) e Se telefonando di Mina; Fortissimo di Rita Pavone; Cento giorni e Insieme a te non ci sto più del casco d’oro Caterina Caselli.

                       

Ci sono poi canzoni che hanno fatto la fortuna dei loro interpreti come il singolo di lancio di questo album, Cinque minuti e poi di Maurizio, leader dei New Dada, gruppo beat italiano che aprì il concerto dei Beatles a Milano. Oppure Io che non vivo di Pino Donaggio (poi diventato autore di colonne sonore per il cinema) che ha conosciuto grande fama internazionale e Il mondo di Jimmy Fontana, canzone trionfatrice al Disco per l’estate. Non poteva mancare in questa raccolta un omaggio al grande Domenico Modugno con il suo brano più celebre, Nel blu dipinto di blu, che Baglioni ama spesso eseguire durante le sue performance live. E non potevano mancare nemmeno il ragazzo acqua e sapone degli anni Sessanta, quel Gianni Morandi di C’era un ragazzo e Se non avessi più te e un classico del repertorio Mogol-Battisti Emozioni.

L’idea delle compilation di cover è senz’altro più interessante delle operazioni antologiche con scadenza annuale. Queste infatti sono imposte per la maggior parte dalle case discografiche e gli artisti cercano di rimediare infilandoci un paio di inediti. Certo molti dei brani "recuperati" rischiano un’inflazione da cover e bisognerebbe forse essere più selettivi nella scelta. Se è vero che Cinque minuti e poi è un pezzo anni Sessanta che non vedeva da tanto un rilancio discografico a livello nazionale, canzoni come Volare o Emozioni hanno conosciuto nel tempo già moltissimi interpreti. Baglioni comunque ci mette la voce, oltre che la faccia, forzando le melodie laddove gli interpreti originali non possedevano la sua abilità canora.  

            

LA PAUSINI...CANTA L´ ITALIA DEGLI ALTRI

LA PAUSINI...CANTA L´ ITALIA  DEGLI  ALTRI

Lei canta. E così cantando il commendatore Laura Pausini è tornata con un'album di cover, Io canto, sedici pezzi scelti cautamente lontani dagli anni Sessanta - tanto di moda e riproposti sempre più di frequente in raccolte di eccellenti cantautori - ma vicini al suo mondo, quello che Laura ha sempre raccontato. Interprete gentile, la Pausini ha arrochito impercettibilmente la voce viaggiando attraverso fusi orari mondiali, ne è diventata indiscutibile padrona e la gestisce senza aver paura alcuna di urlarla fuori, potente. Per dire semplicemente: io canto. Perché mi piace.

Riccardo Cocciante, Vasco, Renato Zero, Nino Buonocore, Gianluca Grignani, Tiziano Ferro, Michele Zarrillo, Samuele Bersani, Zucchero, Claudio Baglioni sono alcuni degli autori scelti dall'artista nata a Faenza e cresciuta lì vicino, a Solarolo. Un piccolo paese in Romagna dove Laura cantava fin da bambina insieme al padre in giro di sera per piano bar. Piccola, sorridente, quando aveva tredici anni registrò I sogni di Laura, una raccolta di canzoni famose, con un paio di inediti firmati dal papà. Ed erano probabilmente le stesse canzoni - "La mia banda suona il rock di Ivano Fossati, per esempio, era il mio cavallo di battaglia", dice - che oggi ripropone da star internazionale, conosciuta in tutto il mondo. I sogni di Laura avverati.

Di lei sorprende la semplicità. E la semplicità è difficile da difendere quando si arriva a vincere un Grammy per il miglior album latino (Escucha) e difficile da mantenere quando si diventa la prima donna italiana in assoluto a ottenere un simile riconoscimento. La semplicità è la base anche di questo nuovo lavoro. Io canto ha arrangiamenti elegantemente silenziosi, con un sottofondo di cantina prove, piegati a incorniciare la voce limpida di un'artista semplice e ancora sorridente. "Ogni canzone è legata a un ricordo preciso", spiega.

L'album è un invito a cantare, un omaggio alla musica italiana, inventata da autori di fotografie non più in bianco e nero. Non importa se questi testi saranno o meno tradotti in lingue diverse da quella nella quale sono stati pensati. Laura Pausini è italiana a tutti gli effetti, sia che sibili esse in spagnolo, che si muova ancheggiante in inglese, sia che scelga il più malizioso francese.

                                   

L'America Latina la ama, l'Italia l'aspetta. Andandone fiera come lo si è di una bella donna di famiglia. Con un pizzico di gelosia anche nel saperla lontana. Unica ragazza della squadra dei 'Commenda' - insieme a Ramazzotti, Bocelli e Zucchero - Laura Pausini esegue Il mio canto libero di Battisti insieme a Juanes, Come il sole all'improvviso di Zucchero insieme a Johnny Hallyday e Non me lo so spiegare insieme al suo autore, Tiziano Ferro. Tre brani dalle grandi ali già volati fuori dal nostro paese e ora catturati di nuovo per essere domati da diversi accenti, plasmati ancora, pronti a volare un'altra volta via. "Mi piace l'idea che questo cd possa viaggiare - dice l'artista -, vorrei che la gente, soprattutto all'estero, scoprisse i cantautori italiani, anche approfondendo su Internet il loro repertorio, perché è un vero peccato che questi brani rimangano solo in Italia dove magari non sono nemmeno conosciuti dai più giovani".

Scelti da una playlist di 152 pezzi, i sedici inseriti nell'album hanno dovuto anche superare l'esame anche dei loro autori: "Cocciante - racconta - mi ha detto subito che non era d'accordo, mi ha suggerito altri titoli, perché Io canto è una delle sue canzoni più leggere... Per Nei giardini che nessuno sa di Renato Zero mi sono dovuta fermare per l'emozione. Quando l'ha sentita lui mi ha detto "A nì, che figata". Gino Paoli, autore insieme a Zucchero di 'Come il sole all'improvviso.
Pubblicato in 47 paesi, l'album esce in italiano e spagnolo. In Europa il singolo scelto per lanciarlo è Io canto, mentre per il Sudamerica è Spaccacuore di Bersani. Che, artista a colori, la ringrazia durante ogni suo concerto.

                              

                                          

 

Povia...I BAMBINI FANNO OOH...LA STORIA CONTINUA

                                               

                                                               Povia

Si vede, che Povia è arrivato al successo di colpo: lo testimonia il packaging del suo secondo album, che tutto può definirsi fuorché cool, con quelle foto – di copertina, e sul retro – un po’ fuori fuoco, i colori forti e persino il titolo del disco, non certo studiato da un genio del marketing: “I bambini fanno ‘ooh’ la storia continua”, senza segni di punteggiatura o congiunzioni a tenere insieme le due frasi rette dal verbo.
Sarà questo, che ce lo fa essere istintivamente simpatico. O saranno i testi, surreali come quelli del Gazzé più ispirato, immediati come quelli del Vasco più giovane. Oppure la forma e il ritmo delle sue canzoni, che sembrano filastrocche e che in apparenza sono pezzi lievi, lievi: dagli arcinoti bambini che fanno “ooh” ai piccioni di “Vorrei avere il becco”, passando per “Fiori” (“Tu non senti odore di fiori, però mi annusi, poi levi la mano e ti scusi, così m’illudi”) e “Non è il momento” (“Mi sono preso il fine settimana per portarti a far l’amore sulla luna con la tenda il vino rosso e le polpette di mia mamma come piace a te”).
Però, si sa che – a volte – è nei piccoli dettagli che si nasconde il genio. Non stiamo dicendo che Povia lo sia in senso assoluto: ma che ne abbia, del genio, è indubitabile. Per l’anticonformismo, l’ingenuità e l’incosciente coraggio che l’hanno portato l’anno scorso ad autoescludersi dal Festival (aveva già eseguito dal vivo parte del brano candidato, “I bambini fanno ooh” per l’appunto), e quest’anno a riprovarci con un pezzo che all’inizio tutti prendevano in giro (“Giaaà, i piccioni. E poi?”) e che alla fine cantavano tutti, e che guarda caso, complice il panorama desolante di uno dei Sanremo più tristi della storia, si è classificato primo.
E poi, una cosa va sottolineata: con la pubblicazione del secondo album, Povia ha fatto una piccola rivoluzione. Includendo nello stesso cd anche il disco dell’anno scorso, “Evviva i pazzi”, che comprendeva dieci brani. Così chi acquista oggi “I bambini fanno ooh e la storia continua” in tutto se ne trova diciassette, di canzoni: le dieci vecchie più i sette inediti, tra cui una versione spagnola della hit 2005 (“Cuando los niños hacen ‘ooh’”). Non male, per quindici euro.
Per il resto, un invito all’ascolto: perché non è vero che Povia ha scritto solo una canzone bella. E se “I bambini…” è la sua personale “Albachiara”, ci sono diversi altri pezzi che vale la pena di sentire. Tipo “Fiori”, allegra e provocante, ma anche la riflessiva “Mia sorella”, la dolce (e un po’ scontata. Ma ogni tanto ce n’è bisogno) “T’insegnerò”, la coraggiosa “Ma tu sei scemo” che parla di amori omosex senza malizia. Povia, lo dice lui stesso, è uno che “molto sottovoce” grida. Per usare parole molto semplici: è bravo e non se la tira. Statelo a sentire.

                                                          Povia, foto

STORIA DEL FESTIVAL DI SANREMO

         

Il Festival della canzone italiana, noto anche come Festival di Sanremo, è una manifestazione canora nata nel 1951.

Il Festival si tiene annualmente al Teatro Ariston di Sanremo (in origine la sede del Festival era il Casinò di Sanremo), in un periodo che va dalla fine di febbraio all'inizio di marzo. Nel corso degli anni ha subito diversi cambiamenti nella sua formula, ma si tratta essenzialmente di una competizione in cui diversi interpreti propongono delle canzoni originali, composte da autori italiani, che vengono votate da una giuria o dal pubblico a seconda delle edizioni. In oltre 50 anni di storia, per il festival sono passati la maggior parte dei nomi celebri della canzone italiana. Nella metà degli anni cinquanta fu fonte d'ispirazione alla creazione dell'Eurofestival.

Essendo il Festival canoro più famoso d'Italia, con un certo riscontro anche all'estero, è diventato uno dei principali eventi mediatici della televisione italiana e non manca di sollevare dibattiti e polemiche ad ogni sua edizione. Nel 1967 entrò nella cronaca nera, quando il cantante Luigi Tenco venne trovato morto nella sua camera d'albergo, durante la XVII edizione del Festival.

Le prime edizioni del Festival, da quella del 1951 a quella del 1954, erano trasmesse esclusivamente per radio dal Casinò di Sanremo; successivamente la manifestazione divenne principalmente un evento televisivo. Attualmente l'evento viene trasmesso in diretta e in Eurovisione da Raiuno.

Fino al 1997 i vincitori di questa competizione canora partecipavano all'Eurofestival in rappresentanza dell'Italia, ora purtroppo la nazione non partecipa più (per paura di accollarsi le pesanti spese dell'organizzazione dell'edizione successiva in caso di vittoria); ultimi a partecipare, i Jalisse, quarti con Fiumi di Parole.

I cambiamenti del Festival nel corso degli anni

  • 1953: per la prima volta le canzoni vengono presentate in una doppia esecuzione fatta da due cantanti e due orchestre differenti. La formula verrà similmente riproposta nel 1990 e nel 1991.
  • 1955: il Festival viene trasmesso per la prima volta in televisione, ed in diretta eurovisiva.
  • 1964: per la prima volta partecipano artisti stranieri, che però cantano in italiano.
  • 1972: le canzoni vengono presentate in una sola esecuzione: era dal 1956 che non succedeva.
  • 1973: la RAI trasmette in televisione solo la serata finale.
  • 1977: il Festival viene spostato al Teatro Ariston. La trasmissione televisiva della manifestazione è per la prima volta a colori.
  • 1980: scompare l'orchestra: da questo momento le canzoni verranno cantate su base musicale o in playback.
  • 1980: alcuni artisti stranieri possono gareggiare anche non cantando in italiano, purchè gli autori della canzone siano italiani.
  • 1982: viene istituito il Premio della Critica.
  • 1984: viene creata la distinzione tra la sezione Big e sezione Nuove Proposte. Verrà abolita solo nel 2004.
  • 1990: il Festival si sposta momentaneamente al Palafiori perché il Teatro Ariston è in restauro. Torna l'orchestra dal vivo.
  • 1999: si tenne per la prima volta davanti al Teatro Ariston una passerella per i cantanti in gara.
  • 2004: per la prima volta il vincitore del Festival viene stabilito direttamente dal pubblico a casa via telefono e sms.
  • 2005: aumentano le distinzioni dei cantanti in gara e da due diventano cinque, uomini, donne, giovani, gruppi e classic.
  • 2006: viene abolita la categoria "classic", ma restano le altre quattro.

Vincitori

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  Celentano          Ramazzotti                  F. Renga            M. Masini          B.  Solo

Il record di vittorie (quattro) appartiene a Claudio Villa e a Domenico Modugno. Iva Zanicchi è invece la donna che ha vinto più edizioni (tre).

  • 1951: Nilla Pizzi - Grazie dei fiori
  • 1952: Nilla Pizzi - Vola colomba
  • 1953: Carla Boni e Flo Sandon's - Viale d'autunno
  • 1954: Giorgio Consolini e Gino Latilla - Tutte le mamme
  • 1955: Claudio Villa e Tullio Pane - Buongiorno tristezza
  • 1956: Franca Raimondi - Aprite le finestre
  • 1957: Claudio Villa e Nunzio Gallo - Corde della mia chitarra
  • 1958: Domenico Modugno e Johnny Dorelli - Nel blu dipinto di blu (Volare)
  • 1959: Domenico Modugno e Johnny Dorelli - Piove (Ciao ciao bambina)
  • 1960 Tony Dallara e Renato Rascel - Romantica
  • 1961: Betty Curtis e Luciano Tajoli - Al di là
  • 1962: Domenico Modugno e Claudio Villa - Addio addio
  • 1963: Tony Renis e Emilio Pericoli - Uno per tutte
  • 1964: Gigliola Cinquetti e Patricia Carli - Non ho l'età (Per amarti)
  • 1965: Bobby Solo e New Christy Minstrels - Se piangi se ridi
  • 1966: Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti - Dio come ti amo
  • 1967: Claudio Villa e Iva Zanicchi - Non pensare a me
  • 1968: Sergio Endrigo e Roberto Carlos - Canzone per te
  • 1969: Bobby Solo e Iva Zanicchi - Zingara
  • 1970: Adriano Celentano e Claudia Mori- Chi non lavora non fa l'amore
  • 1971: Nada e Nicola Di Bari - Il cuore è uno zingaro
  • 1972: Nicola Di Bari - I giorni dell'arcobaleno
  • 1973: Peppino Di Capri - Un grande amore e niente più
  • 1974: Iva Zanicchi - Ciao cara, come stai?
  • 1975: Gilda - Ragazza del sud
  • 1976: Peppino Di Capri - Non lo faccio più
  • 1977: Homo Sapiens - Bella da morire
  • 1978: Matia Bazar - ...E dirsi ciao!
  • 1979: Mino Vergnaghi    Amare
  • 1980: Toto Cutugno      - Solo noi
  • 1981: Alice - Per Elisa
  • 1982: Riccardo Fogli - Storie di tutti i giorni
  • 1983: Tiziana Rivale - Sarà quel che sarà
  • 1984: Al Bano e Romina Power - Ci sarà
  • 1985: Ricchi e Poveri - Se m'innamoro
  • 1986: Eros Ramazzotti - Adesso tu
  • 1987: Gianni Morandi, Umberto Tozzi, Enrico Ruggeri - Si può dare di più
  • 1988: Massimo Ranieri - Perdere l'amore
  • 1989: Anna Oxa e FaustoLeali - Ti lascerò
  • 1990: Pooh e Dee Dee Bridgewater - Uomini soli
  • 1991: Riccardo Cocciante e Sarah Jane Morris - Se stiamo insieme
  • 1992: Luca Barbarossa - Portami a ballare
  • 1993: Enrico Ruggeri - Mistero
  • 1994: Aleandro Baldi - Passerà
  • 1995: Giorgia - Come saprei
  • 1996: Ron e Tosca - Vorrei incontrarti fra 100 anni
  • 1997: Jalisse - Fiumi di parole
  • 1998: Annalisa Minetti - Senza te o con te
  • 1999: Anna Oxa - Senza pietà
  • 2000: Piccola Orchestra Avion Travel - Sentimento
  • 2001: Elisa - Luce (Tramonti a nord est)
  • 2002: Matia Bazar - Messaggio d'amore
  • 2003: Alexia - Per dire di no
  • 2004: Marco Masini - L'uomo volante
  • 2005: Francesco Renga- Angelo
  • 2006: Povia - Vorrei avere il becco

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   Barbarossa         Morandi               Ranieri                Ruggieri           F.  Leali