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COL CUORE IN ITALIA

LA DIVINA COMMEDIA, IL VIAGGIO PIÚ IMPORTANTE DEL DANTE

             

La Divina Commedia (titolo originale: Comedìa) è un poema in tre cantiche (Inferno · Purgatorio · Paradiso) scritto dal poeta fiorentino Dante Alighieri.

L'opera è generalmente considerata la più importante testimonianza letteraria della civiltà medievale ed accoglie anche le premesse di nuove idee. Il poema, pur continuando i modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, fine morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà, ben lontana dalla spiritualità tipica del Medioevo, tesa a cristallizzare la visione del reale.

Genesi e storia

Dante immagina di compiere il proprio viaggio ultraterreno durante la settimana santa del 1300: l'anno del primo giubileo. L'Inferno non contiene notizie posteriori al 1309 (la prima menzione di copie manoscritte è del 1313). Il Purgatorio non contiene riferimenti a fatti posteriori al 1313 e fu divulgato separatamente nei due anni seguenti. Il Paradiso fu forse iniziato nel 1316 e terminato negli ultimi anni di vita del poeta, mentre i singoli canti venivano divulgati man mano che venivano compiuti.

Dopo la morte del poeta cominciarono ad apparire commenti alle singole parti. Nell'epistola XIII, Dante spiega a Cangrande il titolo "comedia" (l'aggettivo "divina", usato da Boccaccio nella sua biografia dantesca Trattatello in laude di Dante fu introdotto in un'edizione a stampa del 1555). La ragione del titolo è retorica e connessa al tema ed al livello linguistico: l'opera inizia con una situazione spaventosa e termina felicemente (la tragedia invece ha inizio piacevole e fine tremenda), e il livello linguistico è dimesso e umile per facilitare la comunicazione (la parlata volgare).

Lingua e stile

Dante non si può scindere dalla tradizione poetica provenzale, come dalla poesia provenzale non si può separare lo Stil Nuovo di cui Dante fu insigne rappresentante. Stile e linguaggio danteschi derivano da modi caratteristici della letteratura latina medievale: la giustapposizione sintattica (brevi elementi successivi) cesure, stacchi, uno stile che non conosce la fluidità e il modo mediato e legato dei moderni. Dante ama l'espressione concentrata, il rilievo visivo e rifugge dai legami logici, il suo linguaggio è essenziale.A differenza di petrarca che utilizzava un linguaggio puro e semplice caratterizato da un ristrettissimo numero di parole, un unilinguismo.

Struttura

La Commedia racconta un viaggio nei tre regni dell'aldilà (in cui si proiettano il male e il bene del mondo terreno) compiuto da Dante ("simbolo" dell'umanità), che si affida alla guida di Virgilio (allegoria della ragione) e poi di Beatrice (fede). Si tratta di un poema didascalico strutturato in terzine di endecasillabi(ABABCB), composto da 100 canti suddivisi in tre cantiche di 33 canti ciascuna, più un canto introduttivo posto all'inizio dell'Inferno. L'intera opera consta di 14.233 versi totali: superiore dunque in lunghezza sia all'Eneide virgiliana (9.896 esametri), sia all'Odissea omerica (12.100 esametri).

I numeri hanno una valenza simbolica, [1+33+33+33 = 100, multiplo di 10 = perfezione rappresentata, 3 = Trinità. Il 3 ricorre nella forma metrica (terzina o "terza rima" ossia strofe di tre endecasillabi a rima incatenata ABABCBCDC) ed è riscontrabile in tutta l'opera di Dante (ad esempio nella Vita Nuova); i numeri, inoltre, legano le numerose corrispondenze formali del testo (i canti sesti delle tre cantiche sono di tema politico), legando gli episodi in un'intricata rete di valori dottrinali.].

La Commedia è anche una drammatizzazione della teologia cristiana medievale, arricchita da una straordinaria creatività immaginativa.

                    Il sommo poeta   Il  Sommo Poeta

Tematiche e contenuti

Il viaggio ultramondano è compiuto fra l'8 ed il 15 aprile (Settimana Santa) del 1300 (primo Giubileo). personale universale (redenzione dell'umanità)

  • Autobiografico: redenzione dell'anima del poeta dopo il periodo di traviamento (selva oscura)
  • Redenzione politica: l'umanità con la guida della ragione (Virgilio) e dell'impero raggiunge la felicità naturale (Paradiso Terrestre = giustizia e pace)
  • Redenzione religiosa: la guida della fede (Beatrice), porta alla felicità soprannaturale (Paradiso)

Dante rappresenta cielo e terra, ma la terra trova nel poema una rappresentazione nuova, una profonda comprensione della realtà umana. In Dante è presente un modo nuovo e disincantato di percepire la storia, il racconto storico abbraccia il corso dei secoli con la storia dell'impero romano e cristiano, delle lotte fiorentine tra Bianchi e Neri, una larga considerazione prospettica della storia della Chiesa e della storia contemporanea del Papato.

L'osservazione della natura è accurata e armoniosa, accentuata nel suo valore prospettico, ricca e determinata. Le note geografiche e visive si succedono.

Il paragone è lo strumento con cui il poeta ritrae il reale mediante un intreccio di notazioni varie e reali. La natura dantesca scaturisce sempre da un riferimento personale ed è, non di rado, attratta nell'orbita drammatica della rappresentazione. Tutto in Dante ha un valore soggettivo, il poema non è solo la storia dell'anima cristiana che si volge a Dio, ma anche la vicenda personale di Dante, inestricabilmente intrecciata agli avvenimenti che narra. Dante è sempre attore e giudice.

Il carattere autobiografico prevale nella poesia rende Dante, la profezia religiosa e politica, si sviluppa su un terreno di esperienze personali, dichiaratamente espresse, e di aspirazioni precise. Dante sovrappone la profezia ai fatti concreti e non li dimentica, né insegue sogni vaghi e irrealizzabili di rinnovamento come i profeti medievali, infatti il suo vagheggiamento di un rinnovamento religioso, morale e politico ha obiettivi ben precisi: una ritrovata moralità della Chiesa, la restaurazione dell'Impero, la fine delle lotte civili nelle città.

L'allegoria è il fondamento del poema ed è il segno più scoperto del suo medievalismo; il mondo è raffigurato suddiviso: da un lato la realtà storica e concreta, dall'altro il sopramondo, ossia il significato della realtà storica trasferita sul piano morale e su quello ultraterreno. Il costante riferimento al sopramondo attesta, la subordinazione medievale di ogni realtà a un fine morale e religioso.
Siffatta subordinazione è rigida e imperante e nell'assoluto valore dell'allegoria, nella fedeltà ai modi e allo stile ereditati dalla letteratura precedente è il medievalismo di Dante.

          

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