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COL CUORE IN ITALIA

LA PROPOSTA INDECENTE DI CICCIOLINA

LA PROPOSTA INDECENTE DI CICCIOLINA

La famosa pornostar ungherese ha affermato che è pronta a concedersi a Bin Laden in cambio della fine della sua tirannia

BUCAREST - La ricerca della pace nel mondo è sempre stata una delle sue massime aspirazioni tanto che fu uno dei suoi cavalli di battaglia, insieme alla liberalizzazione sessuale, che le consentì di diventare deputato del Parlamento italiano nel 1986. Adesso però, Ilona Staller, alias Cicciolina, ha deciso che bisogna tentare il tutto per tutto: in una trasmissione su una tv romena la più famosa pornostar degli anni Ottanta ha detto che è arrivato il momento di mettere fine al pericolo del terrorismo e ha dichiarato che potrebbe essere proprio una donna a restituire la pace e la serenità al mondo.

PATTO - «Sono pronta a fare un patto», ha dichiarato la cinquantacinquenne ex pornostar. «Bin Laden può avere me e il mio corpo in cambio della fine della sua tirannia. Il mio seno ha sempre solo aiutato le persone mentre Bin Laden ha ucciso migliaia di vittime innocenti». La donna, quindi ha sottolineato che si concederebbe all'uomo più ricercato del mondo solo in cambio della fine dei conflitti nel mondo e del terrorismo internazionale. Cicciolina però non ha specificato per quanto tempo Bin Laden potrebbe beneficiare della sue grazie, ovvero se questo scambio durerebbe tutta la vita.
GESTO - Gli analisti però, pur apprezzando il gesto «eroico» della pacifista, credono che non darà frutti. Già nel 1990 l'attrice si era dichiarata pronta a sacrificare il suo corpo e la sua libertà in cambio della pace. Ai tempi la minaccia era Saddam Hussein e il mondo viveva il terrore della guerra in Kuwait. La Staller anche in quell'occasione dichiarò «di essere pronta a sacrificarsi per evitare la guerra». Considerando il destino dell'ex despota di Baghdad probabilmente sarebbe stato meglio per lui scegliere i piaceri offerti dalla Staller, così avrebbe evitato le prigioni americane.
                                                                                                                inf. Corriere della Sera

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