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COL CUORE IN ITALIA

Turismo in Argentina

MAESTOSI PAESAGGI DI CUYO : VALLE DELLA LUNA E TALAMPAYA

MAESTOSI PAESAGGI DI CUYO : VALLE DELLA LUNA E TALAMPAYA

Sia il Parco Provinciale Ischiguasto che il Parco nazionale Tampalaya sono giacimenti paleontologici e archeologici de enorme importanza.
All'interno di entrambi i parchi è possibile osservare resti fossili di vertebrati, di dinosauri, calchi di felci e tronchi di araucarie pietrificate.
Il nome del Parco Provinciale Ischiguasto ha un'etimologia particolarmente poetica : significa infatti "Sitio donde se posa la luna "
Situato nel nordest della provincia di San Juan, e nel Dipartimento di San Agustín de Valle Fértil; si estende su un territorio che nell'antichità fu un lago ricchissimo di vegetazione .
Oggi il clima desertico è una delle principali caratteristiche del luogo, con pochissime precipitazioni che hanno luogo soprattutto in estate.
El parque que el 30 de Noviembre de 2000 fué declarado Patrimonio Natural de la Humanidad por la UNESCO;
Durante la visita il viaggiatore potrà osservare diverse formazioni rocciose che si ergono in verticale, dette dagli abitanti della regione Huayquerías . Queste particolarissime conformazioni rocciose sono il prodotto del lavoro costante degli agneti atmosferici.
Nei due parchi il turista tiene può avvalersi di guide specializzate e nel Parco di Tampalaya esiste un servizio privato di veicoli che si incarica del trasferimento degli ospiti.
La città di Rioja e la località di San Agustín della Vallée Fertile (in San Juan) sono i punti più vicini per accedere ai due parchi.

 

Questi parchi si trovano in una regione d´Argentina chiamata Cuyo.

Cuyo, in lingua indigena significa " paese dei deserti " .
La sua denominazione suggerisce chiaramente al visitatore i sui caratteri distintivi : l'asprezza delle sue cime , l'imponenza dei suoi vulcani innevati, le grande distese che vanno dalle cime andine alla precordigliera fino alla steppa pianeggiante.
E' in questa regione che le Ande Centrali raggiungono le maggiori altezze : il cerro Aconcagua con i suoi 6.959 m è il monte più alto dell'emisfero occidentale.

                  Il "Vento bianco"

                  Aconcagua:cima sud

                 

L'economia della regione è basata soprattutto sull'agricoltura, ( viticoltura in particolare) e sul turismo.
Luogo estremamente favorevole alla pratica di sport quali l'alpinismo, l'escursionismo e lo sci, con le sue meravigliose piste richiama un gran numero di visitatori ogni anno tra giugno e settembre.
Le principali città di questa regione sono Mendoza, San Juan e San Rafaël e tutte confermano la vocazione turistica della regione incanalando un importante flusso turistico.
Da Mendoza inoltre si può partire per le escursioni che arrivano ai piedi dell' Aconcagua e per le escursioni al Puente Inca, sull'antica strada per Cuzco in Perù.
Nella vicina S. Juan partono le escursioni per il Parco Naturale di Talampaya e per la Valle della Luna .
Cuyo è la zona vitivinicola per eccellenza: la sua Fiesta de la Vendimia è molta conosciuta.
Da non perdere il "Parques Naturales Ischigualasto - Talampaya
(Patrimonio Natural de la Humanidad) ". Ischigualasto, anche chiamato "Valle della Luna" per la sorprendente forma e colore delle sue formazioni rocciose modellate dall'ersione dei venti, è uno dei giacimenti paleontologici più importanti al mondo.

LA BOCA: NOSTALGIA DI GENOVA A BUENOS AIRES

                        

Cosí scriveva, nel 1930, de Souza Reilly a proposito della Boca, il quartiere "genovese" di Buenos Aires: Non appena giungiate alla Boca del Riachuelo, i vostri cinque sensi vi grideranno all’orecchio come un capostazione: "Genova! [...] Le parole, gli odori, i sapori, insomma tutto vi produrrà l’impressione pittorica, panoramica, superficiale di trovarvi a Genova. Una manciata di casette variopinte, il porticciolo gremito di imbarcazioni, la parlata genovese che risuonava nelle strade--e ovunque il profumo inconfondibile della farinata e della focaccia calda... Tale doveva essere il vecchio quartiere della Boca: una Genova in miniatura, popolata da marinai e pittori, massaie e prostitute, poeti vernacolari e contrabbandieri, commercianti e compositori di tango. Un quartiere di angiporto: variopinto e inquietante, povero e fiorente al contempo, ove l’immigrazione prevalentemente ligure aveva imposto pacificamente l’uso del dialetto genovese. Tutti, con poche eccezioni, vivevano nei "conventillos" della Boca, ove cinque, sei famiglie installate ciascuna in una stanzetta attorno al patio compartivano bagno e cucina. Sostengono, i bochensi odierni, che questi immigrati formassero comunità utopiche ove la povertà era dignitosa, e ove regnavano solidarietà, amicizia e ordine assoluto. Dipinte e ritoccate continuamente con le vernici delle imbarcazioni, le casette della Boca conferivano al quartiere l’aspetto pittoresco per cui esso resta iscritto nell’immaginario urbano di Buenos Aires come un luogo esotico, come la piccola Genova dove gli antichi immigrati avevano imposto il modus vivendi della loro patria. Nella Boca un po’ ingrigita di oggi, i discendenti degli immigrati italiani esercitano ancora il culto della memoria ligure del quartiere. Ai genovesi in visita, la gente della Boca racconta--con un po’ di compiacimento--aneddoti gustosi sullo spirito industrioso, sí, ma anche ribelle dei loro antenati. Anticlericali convinti di fede massone, socialista e anarchica, raccolti in quella che è l’oramai centenaria associazione mutuale "La Ligure", questi vecchi genovesi resero la vita difficile a più di un parroco della chiesa locale. Nel 1882, a seguito di uno sciopero generale, pare che essi fossero giunti al punto di issare la bandiera genovese sull’edificio più alto del quartiere, proclamando la nascita della "Repubblica Genovese della Boca." Se tale repubblica ebbe vita breve, va anche detto che essa lasciò un segno profondo in una memoria collettiva improntata all’orgoglio delle proprie radici. Una memoria, quella della vecchia Boca genovese, che non si perde. Sono ancora tante le storie di famiglia che il visitatore odierno può raccogliere camminando per le stradine del quartiere. Punteggiate di parole italiane, e più spesso ancora di termini genovesi, queste storie cominciano immancabilmente con il "barco" da cui scesero i nonni (o i genitori), ciascuno determinato a passare dalla povertà a una discreta ascesa sociale attraverso la redenzione del lavoro. Ma l’anima della Boca non è solo l’orgoglio di un’immigrazione industriosa: qui, infatti, la dimensione epica del riscatto sociale è ingentilita da altri due temi fondamentali della comunità immigrante creolizzata: la pittura e il tango. La Boca degli anni d’oro (ossia dalla seconda metà del secolo scorso fino alla fine degli anni ’60) è il quartiere boemio in cui pittori come Alfredo Lazzari o Quinquela Martin--tutti di origine rigorosamente italiana--installavano i loro cavalletti sulla ribera o direttamente nelle barche, contribuendo con le loro opere all’identità caratteristica del luogo. Del tango, la Boca é uno dei luoghi mitici. Lo é perché il tango esprime la malinconia degli immigrati. E lo é anche perché l’angiporto forniva lo sfondo adeguato per un ballo di origine postribolare, e per canzoni i cui testi (letras) erano scritti in lunfardo, il gergo della malavita infarcito di espressioni dialettali italiane, spesso genovesi. Fino a non molti anni fa, il tango lo si ballava fino all’alba nelle pizzerie (cantinas) della Boca, tra una porzione di faina’ e un bicchiere di vino. Il turista di oggi, invece, si deve accontentare di una passeggiata in Calle Caminito, dedicata al celeberrimo tanguero bochense Filiberto. Oggi museo all’aria aperta, Caminito é la meta prediletta degli artisti di strada bonaerensi, ove pittori, ballerini di tango e suonatori di bandoneon si contendono l’attenzione dei turisti. Non si illuda, il viaggiatore odierno, che la Boca sia ancora pronta a gridargli in faccia la sua genovesita’ come lo era negli anni ’30. Da oltre due decenni il quartiere versa in uno stato di semi-abbandono. Mentre le inondazioni delle acque nere del fiume Riachuelo si succedevano inesorabilmente, le carcasse di vecchie barche si accumulavano nel porticciolo ormai inutilizzato. Molti bochensi abbandonarono i vecchi conventillos per trasferirsi nei quartieri alti di Buenos Aires. Certo--quasi in attesa di tempi migliori--l’anima genovese della Boca permane. Sta peró al visitatore trovarla, avventurandosi con pazienza nella dimensione della memoria, dell’immaginario collettivo che trasfigura costantemente il presente nel passato, e il passato nel presente. La troverà, la "piccola patria" (patria chica), nei racconti dei discendenti dei tanti liguri che, venuti in Argentina per "fare l’America," inventarono un nuovo modo di pensare a Genova. Al di là della commercializzazione turistica, la Boca genovese si nutre con voracità della nostalgia della gente del luogo. Come un tango triste e bello, essa concede ancora ai bochensi il privilegio di un’identità poetica altrimenti negata a un paese in crisi.

                                         Casa Caratteristica

                     

                                                                                                                Bar  Tìpico

                                      Famoso Caminito

IL TRENO DELLE NUVOLE - SALTA (ARGENTINA)

IL TRENO DELLE NUVOLE -  SALTA  (ARGENTINA)

 

A Salta fa capo la ferrovia proveniente da Antofagasta (Cile) che attraversa un percorso reso durissimo dalle montagne e dalle alte quote. Chiamata "Tren de las nubes", treno delle nuvole, questa linea ferroviaria è lunga oltre 200 km e collega Salta con la cittadina di frontiera  di San Antonio de los Cobres, prosegue quindi fino al viadotto La Polvorilla, ad una quota di 4.200 metri.

Il sogno di unire il Nord dell’Argentina con il Cile con una linea ferroviaria che valicasse le Ande produsse studi e progettazioni fin dal 1889 , ma solamente nel 1920 iniziò la costruzione ad opera dell’ingegnere Ricardo Maury.
La linea fu inaugurata nella sua totalità nel 1948, ma solamente nel 1972 iniziò la prima timida corsa del treno turistico che divenne un servizio regolare solo a partire da 12 ottobre 1978. Nel 1991 venne privatizzata
.

                             

Il tragitto del "Treno alle nuvole" parte della città di Salta a 1187 mt sul livello del mare , raggiunge la massima altitudine sul viadotto della " Polvorilla" a 4220 mt sul livello del mare, giunge fino a Socompa nel nordest argentino e prosegue sino al porto cileno di Antofagasta sull’Oceano Pacifico.
Il tragitto argentino è lungo 219 Km e le partenze sono previste per le 7:05 del mattino con ritorno alle 22:00 , per una durata complessiva di 15 ore.
Il treno è formato da un numero variabile di carrozze da 7 a10, include una carrozza ristorante e una carrozza bar.
Sul percorso 1.400 curve, 13 viadotti, 31 ponti e 21 tunnel.
Sul suo cammino, attraversa un paesaggio montagnoso , affascinante e ricco di colori.

Una volta raggiunto lo spettacolre viadotto della Polvorilla a 4220 mt , ai viaggiatori è permesso scendere dal treno per ammirare la meraviglia del paesaggio.

PERITO MORENO, IL GIGANTE DI GHIACCIO

PERITO MORENO, IL GIGANTE DI GHIACCIO Il Perito Moreno si offre lentamente con uno spettacolo di grande effetto. Durante il tragitto si ha la sensazione che la massa di ghiaccio continui a crescere man mano che ci si avvicina e dal momento in cui si avvista.

 La cittadina di El Calafate (a Santa Cruz, sud dell´Argentina) ha il sapore di un posto di passaggio che si direbbe quasi costruito per interrompere la continuità della pampa e creare un punto di riferimento per i viaggiatori.
In giro si osserva un andirivieni di persone occupate a terminare i rifornimenti prima della partenza, impazienti di trovare una sistemazione dopo giorni di viaggio o semplicemente dedite a godersi un po’ di pausa approfittando delle comodità che la cittadina offre.
Ciò che accomuna tutti i viaggiatori di passaggio da El Calafate è quasi sicuramente il desiderio di scoprire una meraviglia naturale, dichiarata Patrimonio Mondale dell’Umanità dall’UNESCO, che si trova a circa due ore di strada dal centro abitato: il ghiacciaio Perito Moreno.

Lo spettacolo di questo maestoso gigante potrebbe già da solo giustificare un viaggio nel cuore della Patagonia argentina e appagare il turista, ma è più facile che faccia venir voglia di proseguire il viaggio magari proprio con un trekking nel Parco Nazionale Los Glaciares che, oltre al Perito Moreno, custodisce le vette del Fitz Roy e del Cerro Torre.
Il trasferimento da El Calafate lascia il tempo per immergersi poco alla volta nell’ambiente che fa da scenario al ghiacciaio. Lo spettacolo del Lago Argentino prepara all’incontro con il Perito Moreno che aspetta adagiato alla fine di uno dei suoi bracci. Nella stessa giornata è facile che i capricci del clima australe trasformino il lago facendolo apparire grigio e malinconico al mattino e scoprendolo improvvisamente luminoso e animato dai colori vivi e brillanti che il sole accende specchiandosi nelle sue acque.

A chi sceglie di percorrere a piedi un breve tratto, il Perito Moreno si offre lentamente con uno spettacolo di grande effetto. Durante il tragitto si ha la sensazione che la massa di ghiaccio continui a crescere man mano che ci si avvicina e dal momento in cui si avvista, benché ancora troppo lontano per valutarne le reali dimensioni, si cede al suo richiamo affrettando impazienti il passo.
Una caratteristica che sicuramente ha contribuito alla fama del Perito Moreno è il fatto di essere comodamente accessibile, anche se né il viavai continuo di visitatori né le scale e le palizzate realizzate in legno per garantirne la sicurezza possono guastare l’emozione di uno spettacolo così coinvolgente.

Rintanati in un angolo nascosto e tranquillo, in posa nella foto di un rumoroso gruppo, seduti sul battello che naviga verso il fronte imponente tutti, ma proprio tutti, qualunque cosa stiano facendo sono pronti a cogliere ogni respiro del ghiacciaio con la segreta speranza di poter vedere un segno del suo continuo avanzamento verso il lago. E quando improvvisamente un boato annuncia che un blocco di ghiaccio si è staccato e sta affondando nell’acqua allora, con il fiato sospeso, l’unico rumore che resta è quello delle macchine fotografiche che scattano impazzite.

Certo, arrivando oggi al cospetto del Perito Moreno si capisce subito che di tempo ne è passato da quando, nel 1879 il capitano della Armada Chilena Juan Tomás Rogers ebbe il privilegio di ammirare per primo il ghiacciaio dandogli il nome di Francisco Gormaz, direttore della Oficina Hidrográfica de la Marina de Chile.
Che da allora a cambiare non siano stati solo i nomi del ghiacciaio è evidente, ma il fascino del Perito Moreno è ancora intatto.

Un’intera giornata è il minimo che si possa concedere al Perito Moreno per lasciare che offra il suo incredibile spettacolo e chi pensa che starsene lì semplicemente a guardare un gigante di ghiaccio bianco sia piuttosto noioso, provi ad immaginare quanti colori può assorbire ogni singolo cristallo dall’ambiente che lo circonda, sotto la supervisione di un sole instabile e capriccioso, come si addice ai grandi artisti, che illumina e scurisce scoprendo infinite tonalità.

IGUAZU, LA FORZA DELLA NATURA

IGUAZU,  LA  FORZA DELLA NATURA

Nella regione di Misiones,ai confini col Brasile e il Paraguay, ci attende uno degli spettacoli naturali più emozionanti del mondo: le cascate di Iguazù.Gli indiani Guaranì le chiamarono "Acqua Grande" per la vastità e la potenza di questo fenomeno della natura. Le cascate si trovano all'interno del Parco Nazionale di Iguazù, in uno scenario tropicale di esuberante bellezza: una foresta lussureggiante di alberi giganteschi, liane, canne, orchidee, con una fauna ricchissima di uccelli: pappagalli, colibrì, tucani oltre a scimmie, giaguari e caimani. Il fiume Iguazù nasce a 900 mt. d'altitudine e alla fine del suo percorso, quando si getta nel fiume Paranà, è sceso ad un'altezza di 100 mt. Nel suo tragitto il potente getto d'acqua scroscia tumultuoso e assordante in 275 "salti", il maggiore dei quali raggiunge un'altezza di 70 mt, lungo un'ampiezza di quasi 3 km. Lo spettacolo è impressionante ed è un'occasione unica per assistere alla manifestazione antichissima e prorompente dell'inarrestabile forza della natura.



 

BUENOS AIRES DA VISITARE

BUENOS AIRES DA VISITARE

Buenos Aires, capitale dell’Argentina, si affaccia sull’Oceano Atlantico in un golfo chiamato Rio de La Plata ed ospita circa 10.000.000 di abitanti. Le condizioni climatiche dell’Argentina sono prettamente tropicali. La maggior parte del territorio argentino soffre carenza di precipitazioni, la zona di Buenos Aires fa eccezione, godendo di una più che sufficiente piovosità media annua. E’ attraversato dal fiume Paranà, il quale alla fine del suo percorso sfocia a mare, e le sue strade si estendono sulle sue rive in un intreccio di strade immerse nella estesa pampa che brulicanti di affaccendati manager si snodano in larghi viali alberati di zone residenziali contrapposte alle numerose bidonville.

Essendo la capitale dell’Argentina, le attività che caratterizzano la vita comune di Buenos Aires sono molteplici, una buona parte di quadri funzionari, semplici impiegati in vari settori si contrappone ad una nutrita schiera di disoccupati e non abbienti. Ciò si traduce in spaccature profonde all’interno della società, riflessa in zone cittadine particolarmente lussuose e ricche con una architettura art déco, a zone profondamente degradate. La povertà che si respira per alcune strade deturpa profondamente un ambiente molto curato come quello di Avenida Santa Fe, costruito a misura dei più abbienti e simile ai grandi centri urbani dell’America più ricca.

E’ la zona portuale che funge da fulcro delle attività commerciali di Buenos Aires, dodici chilometri fatti banchine per commerci e turismo, che uniti ai due aeroporti internazionali presenti, danno a questa città lo scettro di metropoli. Anche l’agricoltura, con un profondo sfruttamento della pampa ha un ruolo predominante nell’economia del paese, più per un elevato fabbisogno locale data l’alta densità di popolazione, che per esigenze di esportazione.

DA  VISITARE

Tutto a Buenos Aires è magicamente caotico, anche una semplice gita sulle sponde del fiume Rio de la Plata può trasformarsi in un’occasione d’incontro e conoscenza con gli abitanti del luogo, socievoli e pronti a festeggiare ogni avvenimento. Ci preferisce gite più tranquille non può tralasciare di far visita al Teatro Colón (nella foto sopra), di giorno vi sono mostre, alla sera rappresentazioni d’alto livello. La centrale Catedral Metropolitana ospita le spoglie di José de San Martín, eroe della lotta per l'indipendenza dell'Argentina ed è meta quotidiana di molti visitatori. Una chiesa molto bella è quella intitolata a Nuestra Senora del Pila, è edificata in stile coloniale.

I musei della città sono il Museo del Cine, un complesso di edifici collegati tra loro in cui si può ammirare una splendida raccolta di opere cinematografiche e antichi strumenti per le produzioni oltre ad abiti scenici, il Museo Histórico Nacional, che conserva una galleria di quadri preziosi e molto antichi. Di non minor importanza lo storico Museo Nacional de Bellas Artes. Ogni angolo della città è pregno di elementi particolari, il famosissimo quartiere di La Boca stupisce per i suoi edifici, esteticamente molto vistosi, hanno come particolarità una struttura lignea dipinta con colori molto sgargianti.

Il cimitero è curatissimo. Parlare di una visita lì potrebbe apparire ridicolo, ma basta guardarlo, anche solo dall’esterno per capire quanta importanza gli argentini danno alla sepoltura, e con quanta cura, la coreografia funebre sia allestita. Il luogo cimiteriale più famoso è il Cementerio de la Recoleta, vi è seppellita anche Evita Peron e merita senz’altro una visita. Cambiando di netto orizzonte, è molto bella la zona del Porto Madero. Era un antico porto inglese, oggi ristrutturato ma che conserva ancora i famosi Docks di mattoncini rossi. Scintilla di negozi molto lussuosi, ma anche di piccole botteghe in cui il fascino della tradizione argentina sembra non tramontare mai.

CUCINA E VINI

Una metropoli così ricca e grande offre menù di tutto rispetto in ogni ristorante disseminato lungo le sue strade più importanti di Galleria Pacifico o del quartiere della Recoleta, per non parlare dei locali del quartiere Lavalle e Avenida Corrientes. Il crogiuolo di usanze che caratterizza Buenos Aires, dato dai molteplici flussi di culture lì approdate, ha influenzato in senso francese, inglese, spagnolo o asiatico la cucina. Il piatto caratteristico è la parrilla: un enorme piatto di carne di tutti i tipi alla brace che prende anche il nome (servita singolarmente) di braseros, allo spiedo: asados, sulla griglia: churrascos mentre quella bollita viene chiamata puncheros. Solitamente ci si accompagnano ottimi vini rossi di origine europea, facendo seguire il tutto da ottimi dolci traboccanti di liquore. Non mancano in città gli house-pub, dove i pasti sono all’insegna del mordi e fuggi, in economia senza però trascurare l’aspetto qualitativo.

 

IL GOVERNO DELLA CITTÁ DI BUENOS AIRES, CI PERMETTE LA POSSIBILITÁ DI CONOSCERE TANTI POSTI, A SCEGLIERE DAL TURISTA.

IL GOVERNO DELLA CITTÁ DI BUENOS AIRES, CI PERMETTE LA POSSIBILITÁ DI CONOSCERE TANTI POSTI, A SCEGLIERE DAL TURISTA.

 

 

CAPITAL FEDERAL

Circuito Turístico 

PLAZA DE MAYO , CASA DI GOVERNO E PIRAMIDE DE MAYO


Plaza de Mayo y alrededores:
Primera fundación de Buenos Aires; casco histórico: Pirámide de mayo, Catedral Metropolitana, Casa de Gobierno, Cabildo; Madres de Plaza de Mayo.

San Telmo 


Cuna de tango y arrabal; tanguerias: La ventana, Taconeando, La Trastienda, El Viejo Almacen. Las dos más reconocidas por los turistas: Señor Tango (Barracas); Esquina Carlos Gardel ( Abasto). Anticuarios, plaza Dorrego y su feria.

La Boca 


Estadio Boca Juniors; Maradona y su vida; Caminito. Historia de un barrio pintoresco. Parque Lezama ( segunda fundación de Buenos Aires), Museo Histórico Nacional.

Puerto Madero

El antiguo puerto de Buenos Aires aloja hoyun barrio residencial. Casino flotante, Hotel Hilton. Sus calles homenajean a mujeres de nuestra historia.
Restaurantes: la mejor carne de Buenos Aires.

Plaza San Martín y alrededores:
Homenaje a los caídos en la guerra de Malvinas, el big beng del sur, Hotel Sheraton
(primer hotel cinco estrellas que tuvo Buenos Aires), egreso e ingreso de turistas: terminal de ómnibus, terminal de tren, patio Bullrich ( primer shopping que tuvo Buenos Aires).

Recoleta 

Su historia, sus fundadores y sus mansiones: Basílica Nuestra Señora del Pilar( segunda iglesia mas antigua que tiene Buenos Aires), Centro Cultural Recoleta, palacio Alzaga Unzue, Cementerio " bóveda de la familia Duarte", Hotel Alvear, Biblioteca Nacional,
Palais de Glace, Museo Nacional de Bellas Artes.

Palermo   

Principal pulmón verde de la ciudad en sus tres versiones: Palermo verde: Jardín Botánico, Zoológico, Planetario, Monumento a la Carta Magna y las cuatro regiones Argentinas
(A los Españoles), Jardín Japonés.
Palermo Viejo: Borges y Cortazar, antiguas casonas y pasajes historicos.
Palermo Hollywood: Restaurantes y pubs.

Avenida de Mayo


Una mirada al cielo: sus cúpulas, sus edificios históricos, Café Tortoni, restaurante El Pedemonte, Teatro Avenida: cuna de España.

Avenida Corrientes 

La calle que nunca duerme: teatros, librerías; los cafés mas antiguos de Buenos Aires.


Calle Florida
 


Historia y paseo: Galerías pacifico, La reapertura de Harrods, Hotel Marriot, Joyería Richiardi; cueros, lanas.

Avenida 9 de Julio