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COL CUORE IN ITALIA

IL DONO D´ ESSERE .... RENATO ZERO

IL  DONO  D´ ESSERE .... RENATO ZERO

Renato Fiacchini in arte Renato Zero nasce a Roma a via Ripetta il 30 settembre del 1950. Rischia di morire appena nato, ma viene salvato da una trasfusione di sangue (il suo è un gruppo molto raro, l’Rh negativo - titolo anche di una sua canzone). Il donatore è un sacerdote. Figlio di un’infermiera e di un poliziotto, Renato vive la sua adolescenza nella borgata della Montagnola (esperienza che gli ispirerà la canzone "Periferia"). Frequenta le scuole fino alla III media dopodiché si dedica completamente alla sua vera passione: la musica, cantare, recitare.

Giovanissimo inizia a travestirsi ed esibirsi in piccoli locali, assumendo come sfida verso i tanti denigratori ("Sei uno zero", è la frase che si sente ripetere più spesso), proprio il nome di Renato Zero. A 14 anni ottiene il suo primo contratto, al Ciak di Roma per 500 lire al giorno. Le prime esperienze artistiche sono nel gruppo I collettoni che fa da supporto ad una giovanissima Rita Pavone registrando anche alcuni fortunati Caroselli per una nota marca di gelato. Nel 1965 incide i primi brani: Tu, Sì, Il deserto, La solitudine, che non verranno mai pubblicati. Per il primo singolo bisogna aspettare il 1967: "Non basta sai/In mezzo ai guai", prodotto da Gianni Boncompagni, vende 20 copie.

Lavora come comparsa in un paio di film di Fellini e fa parte del cast della versione italiana del musical Hair, insieme, fra gli altri, a Loredana Bertè e Teo Teocoli.

La costruzione del personaggio

Ma nell’atmosfera dei tardi anni sessanta che si sta impercettibilmente spostando dalla ingenua fase del beat (1964-67) all’impegno politico post-’68, Renato stenta a trovarsi un’identità. Sarà nei primi anni settanta con l’avvento del glam-rock tutto cipria, lustrini e paillette che potrà proporre senza problemi il suo personaggio androgino e rutilante, che poteva sembrare una scopiazzatura dei modelli d’oltremanica e invece esisteva già da parecchi anni senza potersi tradurre in proposte artistiche per la diffidenza che circondava gli artisti troppo smaccatamente "ambigui".

Le due anime

In realtà dietro questo personaggio provocatorio ed alternativo, che Zero racconterà in pezzi dal sapore proto-trash, come Triangolo, Fermo posta e la fin troppo esplicita Sbattiamoci, batte un cuore romantico e più vicino al cattolicesimo che alla perversione, con accorati messaggi anti-aborto (Il cielo e Più su), anti-droga (La tua idea, Uomo no e Fermati, titoli quasi da Esercito della Salvezza) e contro il sesso troppo facile (Sesso-O-Esse, Metrò, Mi vendo).

Il rapporto col pubblico

È in realtà questa parte più intima e sincera che cattura negli anni un pubblico sempre più numeroso, unico per assiduità ed adesione fideistica, al limite dell’idolatria: i cosiddetti sorcini, termine che alla lunga ha sostituito quello originario di "zerofolli", coniato a metà degli anni settanta. Tra Renato e il suo pubblico il rapporto è di amore totale e incondizionato, come può testimoniare chiunque abbia assistito ad almeno un suo spettacolo.

La leggenda vuole che nel 1980 trovandosi a Viareggio mentre si recava in auto al ristorante "Da Beppino", assediato dai fan che con i motorini sfrecciavano da tutti i lati, disse: "sembrano tanti sorci". Nel 1981 ai suoi fan l’artista dedicò il brano "I figli della topa’, inserito all’interno di "Artide Antartide", un doppio album che lo stesso Renato considera uno dei più riusciti della sua carriera.

Da quel momento i suoi ammiratori sono diventati sorcini e il cantante, per analogia, il re dei sorcini.

Anni settanta: le origini della zerofollia

Zero pubblica il suo primo album "No! Mamma, No!" (dal vivo) nel 1973, senza raccogliere molto successo. Viene infatti associato dalla critica ad un sosia di David Bowie e questo causa attriti con la casa discografica RCA che ritira i fondi già pattuiti con il cantante per la promozione del disco attraverso spettacoli in tutta Italia. Il secondo tentativo di affermazione è l’album "Invenzioni" del 1974 promosso con la partecipazione alla manifestazione "Un disco per l’estate": L’accoglienza del pubblico resta tiepida. Il primo singolo di successo è "Madame" del 1976, firmato da Renato insieme a due collaboratori che lo accompagneranno per parecchi anni: l’autrice Franca Evangelisti e il compositore Piero Pintucci. Altri collaboratori importanti di quel periodo sono Ruggero Cini e Roberto Conrado. "Madame", che entra nella Top20, è inclusa nell’album "Trapezio" con cui Zero inizia a creare un proprio seguito di fan. Ma è con il singolo "Mi vendo" del 1977, trasmesso prepotentemente dalle radio libere, e l’album "Zerofobia" che Renato Zero guadagna i suoi primi dischi d’oro e la Top10 delle vendite. L’album include anche il successo "Il cielo" che Renato racconta di aver composto sull’isola di Ventotene alla fine degli anni ’60. L’affermazione artistica di Zero continua con gli album "Zerolandia" del 1978 (in onore dell’etichetta discografica da lui fondata), trainato dal 45 giri "Triangolo", e "Erozero" del 1979, al numero uno della classifica, che raggiungono da vicino il milione di copie consacrando Renato Zero come uno degli artisti più amati dal pubblico. Per il 45 giri "Il carrozzone" Zero conquista anche la prestigiosa Gondola d’oro. Nel frattempo Zerolandia è diventato anche un tendone circense itinerante, della capienza di cinquemila posti, nel quale Renato si esibisce facendo tappa in varie città italiane e scatenando nel pubblico incredibili scene di isteria e tentativi di emulazione: sono tantissimi gli spettatori che si presentano ai concerti truccati o addirittura vestiti come Renato. Sempre nel 1979 Renato Zero gira nel ruolo di protagonista, interpretando se stesso, il film "Ciao Nì" con la regia di Paolo Poeti, che al botteghino batte niente di meno che il gettonatissimo "Superman". Il film è ricco di esibizioni musicali e raccoglie consensi principalmente fra i fan dell’artista.

Anni ottanta: la crisi

Zero entra negli anni ottanta abbandonando trucchi e cerone, ma non per questo rinuncia a stupire. I suoi testi diventano sempre più maturi e riflessivi, i concerti però continuano ad essere caratterizzati da un’irreferenabile voglia di grandeur, con cambi d’abito e sorprese a ripetizione: addirittura, nel tour "Senza Tregua" del 1980 entra in scena su un carro trainato da un cavallo bianco! Da segnalare, nel 1982, l’inizio della collaborazione con il Maestro Renato Serio che da quel momento e fino ad oggi (tranne sporadiche eccezioni) scriverà e arrangerà gli archi di tutti gli album di Renato. Fino al 1984 la carriera di Zero procede a gonfie vele: "Amico", "Più su", "Marciapiedi", "Viva la Rai", "Spiagge", sono solo alcuni dei successi ottenuti nei primi anni ottanta. Poi, improvviso, arriva il calo di consensi. Nel 1984 al giardino zoologico di Roma, vestito da leone e scortato da quattro aborigeni, Renato presenta "Leoni si nasce": sembra di dover assistere all’ennesimo trionfo, e invece la caduta è rovinosa. L’album vende poco pur raggiungendo il numero uno nella classifica delle vendite, ma soprattutto è la sua immagine, un tempo "cool" e trasgressiva che appare vecchia e kitsch. Non va meglio col successivo "Soggetti smarriti", né con i concerti, che si svolgono non più in stadi e palasport, ma nelle piazze e addirittura nelle discoteche di provincia. I consensi toccano il fondo con "Zero" del 1987, doppio album che si rivela un flop clamoroso, raggiungendo a malapena la Top20. La parabola artistica del cantautore romano sembra giunta al capolinea. Renato si prende due anni di pausa. E intanto medita il riscatto... Nel 1989 vola a Londra dove realizza, con l’ausilio di Goeff Westley, "Voyeur" ricco di nuove suggestioni musicali. È l’inizio di una rinascita lenta ma costante, confermata da un tour nei palasport e sotto il tendone che ottiene un discreto successo.

Anni novanta: il grande ritorno

Nel 1991 Renato partecipa a Sanremo con il brano "Spalle al muro": un successo, confermato dalle buone vendite del doppio live "Prometeo", seguito a fine anno dalla raccolta di inediti "La coscienza di Zero". Grande scalpore suscita la sua seconda esibizione sanremese, nel 1993: Renato presenta il brano di ispirazione religiosa "Ave Maria" che scatena nel pubblico in sala una standing ovation di dieci minuti. Tanto il singolo (in realtà un mini cd dal titolo "Passaporto per Fonopoli") quanto l’album "Quando non sei più di nessuno" raggiungono il primo posto in classifica. Nella primavera-estate Renato se ne va in tour con un’orchestra sinfonica di 50 elementi nello spettacolo "ZerOpera". Nel 1994 torna con un altro album che raggiunge il vertice della classifica, "L’imperfetto", una delle sue migliori produzioni, che contiene l’intensa "Nei giardini che nessuno sa". A partire da questo album Zero inizia a collaborare strettamente con Phil Palmer, fondamentale per la creazione di quel nuovo sound che caratterizzerà i lavori successivi di Zero. Ormai Zero non si ferma più: nel 1995 esce il cd "Sulle tracce dell’imperfetto" accompagnato da un altro tour. Nel 1996 è la volta dello spettacolo teatrale "TuttoZero - I migliori anni della nostra vita", uno show di 40 canzoni e 25 cambi d’abito. Nel 1998 "Amore dopo amore", trainato dal singolo "Cercami", vende un milione e duecentomila copie, diventando il disco più venduto dell’anno in Italia; nel 1999 Renato pubblica un disco live e torna ad esibirsi dal vivo con Carla Fracci e i Momix nello spettacolo kolossal "Cantiere Fonopoli". Nel corso di questi due anni (1998-1999) vengono estratti 6 singoli che raggiungono tutti la Top10 delle vendite. In estate duetta con Luciano Pavarotti sulle note de "Il cielo", a novembre Mina lo omaggia dedicandogli un intero album, "N° 0", nel quale reinterpreta con la consueta classe alcuni brani del repertorio di Zero dagli anni settanta agli anni novanta.

Il nuovo millennio: Zero Imperatore

Nel 2000 conduce un programma tutto suo in prima serata su Rai Uno, "Tutti gli Zeri del mondo", un mezzo passo falso alla pari del cd dal titolo omonimo, nel quale ricorda alcuni grandi cantautori scomparsi, tra i quali Fabrizio de André e Lucio Battisti, interpretando dei loro grandi successi. Una breve attesa, e nel 2001 "La curva dell’angelo" lo riporta in vetta (numero 10 nella classifica annuale degli album più venduti), mentre il tour "Prove di volo" del 2002 raccoglie mezzo milione di spettatori. "Cattura", presentato in diretta radiofonica al Teatro Eliseo, esce alla fine del 2003 e nel giro di poche settimane diventa uno degli album più venduti dell’anno (si piazza al quinto posto nella chart annuale). Contiene una delle canzoni più amate dalla nuova generazione di sorcini, l’iper-romantica "Magari". Nel 2004 il giro di concerti "Cattura il sogno/Il sogno continua" entra nella classifica Pollstar dei tour di maggior successo a livello mondiale. Il doppio tutto esaurito allo Stadio Olimpico gli fa meritare l’ironico titolo di nuovo imperatore di Roma. Il dvd "Figli del sogno", cronaca fedele di quello spettacolo, risulta il più venduto dell’anno. Il 2 luglio 2005 partecipa al Live8 romano al Circo Massimo, eseguendo "Cercami" e "Nei giardini che nessuno sa" e duettando con Claudio Baglioni e Laura Pausini sulle note della sua canzone più celebre, "I migliori anni della nostra vita". Il 2005 è anche l’anno in cui Renato diventa nonno di Virginia, primogenita del suo figlio adottivo Roberto. Il 18 novembre, anticipato dal singolo "Mentre aspetto che ritorni", esce l’ennesimo album, Il dono, pubblicato in tre diverse versioni tra cui il Dual Disk in cui l’artista si concede in un intervista di circa 30 minuti. L’album si insedia stabilmente al primo posto della hit parade e vi rimane fino alla fine del 2005: in sole sei settimane conquista il quarto posto nella chart annuale. Da notare che tutti i successi discografici di Renato degli ultimi anni sono ottenuti senza godere sostanzialmente di passaggi radiofonici: i grandi network, a cui dedica il polemico brano "Radio o non radio" non trasmettono i suoi brani. A dicembre per la prima volta Zero viene ricevuto in Vaticano, dove si esibisce nell’aula Paolo VI eseguendo "La vita è un dono", canzone dedicata a Giovanni Paolo II nonchè alla neonata nipotina. Dal 26 dicembre 2005 al 6 gennaio 2006 conduce per 10 serate una trasmissione radiofonica su Radio2, in cui ripercorre le tappe più significative della sua carriera, insieme a molti amici dello spettacolo. Nel febbraio 2006 parte da Monitchiari il nuovo tour "Zero movimento", che fa registrare ovunque il tutto esaurito già in prevendita, con molte date aggiunte per venire incontro alle richieste pubblico: ma i biglietti a disposizione sono ancora pochi. Così nasce l’idea di un altro giro di concerti, che dovrebbe prendere il via a giugno. Durante alcuni concerti del tour, a ridosso delle elezioni politiche, si schiera apertamente contro il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Sempre a febbraio rifiuta il premio alla carriera che vorrebbero consegnargli sul palco del festival di Sanremo. Questo il commento di Renato: "Se ne riparla quando avrò ottant’anni".

Ad oggi Renato Zero ha venduto circa 17.000.000 di dischi in Italia (di cui 1.2000.000 singoli) e altri 3.000.000 nel mondo (principali paesi: Svizzera, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Venezuela, Argentina).

Ad oggi Renato Zero ha raggiunto il numero uno della classifica italiana con i 12 album di seguito elencati:

  • Erozero - per 8 settimane
  • Tregua - per 11 settimane
  • Icaro
  • Artide Antartide - per 5 settimane
  • Via Tagliamento 1965/1970 - per 7 settimane
  • Leoni si nasce
  • Quando non sei più di nessuno
  • L’imperfetto
  • Amore dopo Amore Tour dopo Tour
  • La curva dell’angelo
  • Cattura - per 2 settimane
  • Il dono - per 5 settimane

            

In questo elenco non è inserito il Q-disc "Calore", che all’epoca fu motivo di scontro tra Renato e i curatori della classifica ufficiale dei dischi più venduti divulgata dalla Rai. Renato considerava infatti questo Q-disc (un vinile con due brani per facciata) un album, ma in classifica fu invece inserito tra i singoli, dove peraltro rimase per sei settimane al primo posto. Dal punto di vista delle charts "Calore" (come peraltro il mini cd "Passaporto per Fonopoli"), va quindi considerato come un singolo.

Solo Mina e Lucio Battisti hanno piazzato un maggior numero di album al numero uno nella classifica italiana (rispettivamente 20 e 14). Insieme a Mina, Adriano Celentano e Claudio Baglioni, Renato Zero è riuscito ad avere album al numero uno della classifica italiana in 4 decenni diversi (anni 70, 80, 90 e 2000). Ad oggi Mina è l’unica ad avere ottenuto questo risultato in 5 decenni diversi.

I suoi album "Artide Antartide" e "Amore dopo Amore" (nella categoria artisti) sono stati i più venduti in Italia negli anni 1981 e 1998, superando entrambi il milione e duecentomila copie. Anche gli album "Icaro", "EroZero" e "Tregua" sono accreditati al di sopra del milione di copie, comprensivo di tutte le vendite fino ad oggi. Renato Zero ha inoltre piazzato 26 dei suoi album in Top10 e 31 album in Top20 nella classifica italiana.

Renato Zero resta l’unico artista italiano ad essere riuscito a piazzare 5 album doppi (Tregua, Icaro, Artide Antartide, Via Tagliamento 1965/1970, Amore dopo Amore Tour dopo Tour) al primo posto della classifica

Renato Zero ha raggiunto più volte il numero uno della classifica dei singoli italiani:

  • Il carrozzone - per 8 settimane
  • Amico (canzone) - per 10 settimane
  • Calore - per 6 settimane (Q-disc, poi mini cd, contenente 4 brani tra i quali "Spiagge")
  • Passaporto per Fonopoli - per 2 settimane (mini cd contenente 4 brani tra i quali "Ave Maria")
  • L’impossibile vivere
  • Tutti gli zeri del mondo - per 2 settimane
  • Innocente

E’ ad oggi il solo cantante italiano ad aver ottenuto il numero uno dei singoli in 4 decenni distinti (anni 70, 80, 90 e 2000).

Relativamente alla classifica di vendita dei DVD musicali (nata in Italia a fine 2003) Renato Zero ha raggiunto i seguenti numeri uno:

  • Figli del sogno Live 2004 - per 7 settimane

"Figli del sogno" è stato in effetti il dvd musicale più venduto del 2004.

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